Uno strumento di grande utilità, che permette realizzazioni grafiche complicate senza bisogno di conoscenze approfondite. Ci sono controindicazioni?
Il page builder, come ben sanno i frequentatori di Giga.it, è un plugin che facilita la vita. Almeno così dovrebbe essere. Di certo, costituisce un appassionato argomento di dibattito fra i web designers e tutti coloro che, più in generale, sono incaricati di sviluppare e potenziare i siti.
Si discute di una funzione che permette di lavorare da back office in tempo reale tramite l’uso di una griglia semplificata.
Le modifiche possono essere apportate mediante semplici tasti o trascinamenti. Non sono richieste conoscenze particolari, nemmeno da parte di chi, alla fine, utilizza i siti assemblati così. Insomma, nessun bisogno di codici lunghi e complessi.
I due “partiti”
In pratica, è come se nel tempo si fossero costituite due “fazioni”, opposte e inconciliabili. C’è quella, costituita da professionisti dell’informatica (che spesso si sentono minacciati da questo genere di sviluppo tecnologico) ma non solo, che vede nel mezzo in questione una semplificazione “sospetta”, indegna di attenzione; e c’è quella formata da tutti gli altri, che comunque non vi riscontrano unicamente l’opportunità di sbrigarsi.
Le ragioni degli oppositori
A parte il fatto che fra gli sviluppatori e i grafici è opinione corrente che dei codici troppo sintetici è meglio diffidare, è il caso di sottolineare che tali intenditori conoscono le falle dei programmi di cui stiamo parlando: secondo loro, dietro agli effettivi vantaggi, si annidano noie evitabili. Senza contare che la loro concezione di website è più tecnica e non si limita solo al fattore estetico.
Tra l’altro, sono in grado di personalizzare le pagine più marcatamente di un sistema automatico, evitando di distrarsi con gli abbellimenti solo apparenti offerti da un page builder e puntando al concreto e all’essenziale: meglio un progetto ben analizzato di uno improvvisato.
Le motivazioni dei favorevoli
Se da un certo punto di vista l’utilizzo di questa tecnologia è una sorta di dichiarazione d’intenti (ovvero l’assenza di esigenze particolari), dall’altro costituisce un indubbio motivo d’attrazione, soprattutto per chi dispone di risorse più modeste: aiuta a far presto e a risparmiare.
Significa pure non essere costretti a imparare linguaggi tecnici e avere la possibilità di impaginare senza problemi, essere autonomi nella misura in cui le ambizioni, anche economiche, sono alquanto limitate. Diciamo pure che per parecchi è l’unica via percorribile, suggerita perfino da bravi consulenti.
In generale, dipende dai casi
D’accordo, i “costruttori di pagine” al centro del nostro discorso hanno alcune oggettive seccature. Ma si superano. L’eventuale lentezza nel caricamento, per esempio, si aggira usando il caching di WordPress (bisogna studiarselo, naturalmente).
Quando un utente richiede una pagina del tuo sito, non dovrà aspettare che il core interroghi il database, che quest’ultimo produca i dati richiesti, che il primo faccia elaborare quanto trovato al plugin, il quale rimane “interdetto” da codici troppo brevi e ne “chiede conto” proprio al core, che traduce in HTML e rimanda al plugin, permettendogli infine di visualizzare… Basterà, invece, attendere che a una specifica richiesta il core controlli se ha la pagina in cache, per poterla “restituire” subito dopo.
A proposito di codici
Va bene, la codificazione non risulterà particolarmente “raffinata”, il che non è il massimo in termini di amministrazione, ma per questo esistono dei plugins che la rendono più allettante agli “occhi” dei motori di ricerca. A monte, è necessario tener presente che sono i contenuti del sito a dover essere soddisfacenti per le persone che navigano in Internet e avviano una determinata ricerca. Il resto si risolve.
E per quanto riguarda la grafica?
Lo sottintendevamo all’inizio, se ricorri a questa soluzione vuol dire che non cerchi una grafica sopraffina. Invece di affannarti a seguire dei corsi di HTML o CSS (che può comunque essere funzionale per rabberciare qualche imperfezione), meglio esercitarsi – o far esercitare chi collabora con te – nell’impaginazione. Se ti accontenti e l’intento principale, almeno per il momento, permane la comunicazione, va già bene.
Tirando le somme
Una considerazione interessante: ci sono perfino webmasters che si affidano al plugin in esame per farsi pubblicità, garantendo ai clienti la competenza che ci vuole quando si occupano di loro. In pratica, avendo le idee chiare non si tratta di un ostacolo ma di un veicolo sfruttabile.